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L'ultima raccolta di poesie di Edoardo Sanguineti. Che solo formalmente è un libro postumo. "Varie ed eventuali" è stato consegnato in forma dattiloscritta pronto per la stampa. Diventa, con la morte dell'autore, un lascito di ironia, acutezza, prensilità sulle cose del mondo. Un lascito paradossale che non indulge ad alcuna flessione testamentaria. Il gioco, l'invenzione e l'avventura dentro il linguaggio - e dentro il mondo - staccano ritmi con erotica esuberanza, e con quasi comica accensione di smorfie e sberleffi. La deriva dell'Occidente o più drasticamente dell'Italia, la crisi economica mondiale, gli affanni della società civile e politica, Barack Obama incerto imperatore del mondo, le sorti degli amici, le nequizie dei nemici - tutto rifluisce in un "girotondo" di "storie crude e cotte", che rimescola beffardamente le carte. Le "varie ed eventuali" di Sanguineti appartengono al tenace teatro di una scrittura poetica che si protende diabolica sul filo come un saltimbanco che non teme le altezze e lo svanire: "è un punto, appena, un puntolino, un niente: / sparisce, e via, velocissimamente".